Crema sorge su un promontorio, all’incrocio dei percorsi di crinale del Fiume Serio (Nord-Sud) e della palude del Moso (Est-Ovest). Fin dalle origini la città fu caratterizzata dalla presenza dell’acqua, che ha costituito la difesa naturale dell’insediamento, tanto che l’imperatore Federico I Barbarossa faticò per espugnarla nel 1169 e Venezia dal 1450 in poi ne fece una piazzaforte contro Milano. Sappiamo poco della cittadella originaria, se non che era cinta da difese (girulus – ghirlo). È noto invece il percorso dei due fossati dell’epoca del Barbarossa, il Rino e la Crema, visibili ancora durante la Seconda Guerra Mondiale ma oggi interamente coperti. Rimangono cospicui resti delle mura venete (XV-XVI secolo), circondate dal fossato che correva intorno al Castello (demolito nel XIX secolo insieme a bastioni). I fossati del Barbarossa, interni all’attuale centro di Crema, comprendevano i borghi di S. Giacomo e SS. Trinità, lasciando esterni S. Pietro eS. Benedetto. Nel XV secolo i veneziani ampliarono la città, soprattutto in direzione del Moso, includendo i due borghi esterni ed estendendo lo spazio edificabile, che fu in gran parte occupato da conventi (corpisanti). L’edificio che oggi ospita il Museo era il Convento di S. Agostino costruito nel XV secolo a cavallo di uno dei due fossati medievali, il Rino. Il fossato oggi è coperto, ma si conserva la memoria della presenza originaria nel nome dell’attuale vicolo Rino. Il toponimo via Valera (valle) indica una fuga in discesa verso il Serio che vi giungeva con le sue piene.